Monday, February 21, 2011

Disabilita' moderne


Un professore di San Diego che sembra un incrocio tra Ozzy Osbourne e il grande Lebowski (si’, ancora lui, commentero’ piu’ approfonditamente a breve) mi dice “in SoCal (Southern California) non si puo’ andare a piedi per piu’ di 500m”, mentre mi accompagna a casa. In effetti, in una cittadina fatta interamente di villette sparse e zone verdi, le distanze sono enormi. Tuttavia, l’attitudine verso gli appiedati mi ricorda quella che spesso si ha verso i disabili, i ciechi, le persone sulle sedia a rotelle: poverini, non hanno qualcosa che tutti gli altri possiedono, e che serve per sopravvivere in questo mondo, facciamo uno sforzo per aiutarli.
Ed e’ cosi’ che da quasi una settimana, tutti i giorni qualcuno mi da’ un passaggio a casa: persone anche molto importanti allungano la strada per tornare a casa di 10km o piu’ per scodellarmi davanti alla mia porta. Quando la gente lascia all’istituto si affaccia al mio ufficio e mi chiede se voglio essere accompagnato a casa. Non ha la macchina, poverino. Posso andare a casa con Alan alle 5, con Ariel alle 6, con Matt alle 6.30, oppure restare fuori a cena con Santiago, o Forest, o Seth, e sicuramente uno di loro provvedera’ al mio rimpatrio. Ho affittato una bicicletta, e ora che il tempo sembra bello vorrei usare la pista ciclabile dietro casa, almeno per fare un po’ di movimento.
Eh si, perche’ Santa Barbara e’ una comunita’ molto ricca e istruita, non si vedono molte persone sovrappeso. Immagino pero’ che tra i campi di cotone dell’Alabama o quelli di mais dell’Iowa, tra i deserti dell’Arizona o le praterie del Nebraska, questo dipendenza dalle macchine abbia un impatto molto forte sulla ciccia e sulla salute delle persone. E anche sulla vita sociale. I centri di aggregazione, per chi non vive vicino alle “downtown”, cioe’ alle zone dello shopping urbano (i centri storici non esistono in questa parte del mondo), si riducono ad essere grandi parcheggi con negozi attorno. O centri religiosi, ma questa e’ un ‘altra storia. Infine, guidare su strade larghe, con una quantita’ infinita di spazio per parcheggiare, su macchine che sembrano salotti con le ruote, in un traffico quasi inesistente e comunque molto rispettoso e disciplinato, rende l’uso della macchina molto lontano dallo stress e dall’aggressivita’ incivile del traffico italiano, uno dei simboli concreti della nostra arretratezza.

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