Tuesday, April 12, 2011

Grand Canyon


La geografia di queste parti e’ molto diversa da quella europea. Dai deserti si sale gradualmente di quota, e la maggiore umidita’ trattenuta dall’aria crea zone sempre meno aride. Intorno ai 1800-2000m la maggiore umidita’ permette ad una foresta quasi mediterranea (soprattutto composta da grandi ginepri) di crescere rigogliosa e sparsa, senza sottobosco. Piu’ in alto, fino ai tremila metri che ho toccato guidando per un passo pieno di neve (ma con strada perfettamente pulita), boschi di conifere e prati. Siamo alla latitudine del Marocco, e le temperature sono piu’ miti che sulle nostre Alpi. Anzi, d’estate fa un caldo boia, bisogna salire in quota per respirare.
Quasi dappertutto le pendenze sono dolci, le valli ampie, pochi i dirupi: si sale senza accorgersene con grandi strade a 4 corsie, per essere depositati su grandissimi altopiani molto scarsamente popolati, che proseguono per centinaia di km. Qui fa freddo, a marzo di notte la temperatura scende un bel po’ sotto lo zero, anche se di giorno, al sole, basta un maglione.
Dagli altopiani si elevano le montagne, innevate, che sfiorano i 4000m; i parchi naturali, pero’, sono altrove: comprendono piuttosto zone con panorami o strutture geologiche particolari, oppure le zone archeologiche di cui ho gia’ parlato. In realta’ il SudOvest degli stati uniti e’ un po’ il paradiso del geologo: sconvolgimenti tettonici combinati all’erosione di rocce di diversa durezza hanno prodotto formazioni rocciose spettacolari e facilmente accessibili: dai pilastri di arenaria della Monument Valley (resi famosi da John Wayne in Ombre Rosse, e poi in un altro migliaio di film western), ai labirintici pinnacoli di roccia del Bryce Canyon (un posto del cavolo per perderci una mucca, commentava un pioniere), dagli archi naturali di Arches, alle rocce tozze e tondeggianti, simili a grandi creature, sul fondo della Valle dei Goblin, ai panorami mozzafiato dalle pendici a picco delle falesie di Zion.
In questi scenari da cowboy, i canyon la fanno un po’ da padrone, e il Grand Canyon, naturalmente, e’ quello piu’ famoso. Ma non il piu’ bello, secondo me. Questa gigantesca frattura negli altipiani e’ profonda piu’ di 1000m, scavata nei secoli dal fiume Colorado. Il solito organizzatissimo parco naturale mette a disposizione di chiunque un grande numero di punti panoramici raggiungibili comodamente in macchina, da dove si puo’ guardare giu’ nell’abisso. Il parco segue la sponda sud del grand canyon per una cinquantina di km (per raggiungere la sponda nord bisogna guidare 300km, per reggiungere il primo ponte) e offre diverse prospettive, tutte spettacolari: a volte la frattura procede “a gradini”, a volte e’ una profondissima fessura, a volte si apre ad affluenti laterali. I colori sono incredibili, le rocce virano dal rosso mattone al giallo al grigio della ghiaia, in un arcobaleno geologico che cambia con la luce del giorno.
Da alcuni punti si puo’ scendere giu’ giu’, fino al fiume, anche se questo implica una camminata molto lunga, e i posti per campeggiare o dormire in fondo vanno prenotati con mesi di anticipo. Io scendo un po’, per vedere l’effetto che fa: e’ bello vedere la vegetazione che cambia e la temperatura che aumenta (ci sono 1300m di dislivello tra il bordo e il fiume), ma le viste piu’ belle sono dalla cima. Il sentiero e’ coperto di neve e fa freddo, quindi non mi trattengo molto. D’estate qui dev’essere orribile: migliaia di turisti, code per parcheggiare ai punti panoramici e un caldo infernale, ben oltre i 40 gradi in fondo, che rende le camminate una tortura. 







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