Monday, April 18, 2011

Montagna hippie


Nel selvaggio west, i paesi non dicono molto. Niente storia, niente attrazioni, eccezion fatta per qualche trading post (i primissimi insediamenti stanziali nelle nuove terre: le baracche dove i nativi e i pionieri barattavano pelli per altri generi di consumo), che non sono niente di piu’ di qualche vecchio magazzino. Per il resto, gli insediamenti umani si riducono ad una fila di case polverose attorno ad una strada, qualche fast food, una pompa di benzina, un motel e un supermercato. Comodi per le necessita’ primarie dei viaggiatori, privi di ogni interesse dal punto di vista turistico. I paesi di montagna, pero’, sono un’altra storia.
In Europa, le zone montane non turistiche (cioe’ il 90% di quelle italiane) sono spesso posti mal collegati, economicamente depressi, abitati da persone che riteniamo non particolarmente aperte o acute, che devono fare i conti con un ambiente ostile, scarsi contatti con le grandi citta’, un clima rigido e uno stile di vita faticoso e pesante. Ma perche’ queste persone vivono, o continuano a vivere in questi posti poco ospitali? La risposta piu’ gettonata e’: perche’ ci sono nati. Perche’ e’ casa, spesso i luoghi sono molto belli, tranquilli ed a contatto con la natura, e dunque si fanno sacrifici per restare.
Il concetto e’ piuttosto diverso nell’America dell’ovest, che e’ stata colonizzata solo negli ultimi 150 anni. Qui, chi arrivava, voleva terra grassa da arare, coltivare, per farci scorrazzare mucche e cavalli, non arrampicarsi su vallate impervie e nevose. Chi andava a stare in montagna, dunque, era nella maggior parte dei casi chi non trovava di meglio (ma con tutto questo spazio, non era un caso frequente) oppure, negli ultimi tempi, chi ha vocazioni ascetiche, o misantrope, o semplicemente ama il contatto con la natura. Ecco perche’, tra Colorado e Utah, ho trovato diversi paesi montani piu’ alternativi di Woodstock.
Mancos, Moab, Springdale sono i nomi di alcuni dei paesi che ho attraversato, alcuni vicini ai parchi e quindi abbastanza frequentati, altri lontani da ogni attrazione, tutti abitati da post-hippie o contadini superbiologici che non inquinano, sono chiacchieroni ed estroversi, amano sperimentare cose nuove, propongono corsi di spiritualita’ e percussioni africane, fumano marijuana, producono birra in proprio, mangiano biologico e credono nella filosofia peace and love. Non tutti, per carita’, ma proprio tanti. Personaggi che da noi ti aspetteresti nelle grandi citta’, a contatto con le “nuove tendenze” e al riparo dai tradizionalismi conservatori, li trovi qui, dove piu’ ti aspetteresti la gente piu’ bacchettona e retriva. Ognuno ha un suo modo di tirare avanti decorosamente, spesso con una formula che lascia tempo libero per camminare in montagna, godersi la vita e dedicarsi alla propria “crescita”, lontano da ambizioni o avidita’ monetarie. Un mondo diverso, che da’ una colorazione del tutto inaspettata a queste montagne.

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