Volevo ritornare su come la scienza e’ organizzata qui in America, e confrontare questo modello con quello europeo. La carriera inizia piu’ o meno in maniera simile, con un dottorato, che in Europa puo’ essere anche di soli 3 anni, mentre in America si ottiene solo al conseguimento di un numero sufficiente di risultati, tipicamente in circa 5 anni. Il dottorato si conclude con una tesi che viene difesa di fronte ad un comitato di esperti; il candidato deve aver pubblicato un certo numero di articoli su riviste scientifiche, che sono una misura della sua originalita’ e del suo lavoro, e devono superare il controllo rigoroso di uno o piu’ esperti del settore. Le riviste su cui si pubblica non sono assolutamente tutte uguali, ma ordinate secondo un controverso criterio chiamato “fattore d’impatto”: in generale, nei paesi civili, gli articoli nei giornali ad alto impatto (“Nature”, “Science”, giusto per citare i piu’ famosi), hanno un peso molto maggiore nel curriculum.
Si procede quindi nella grande maggioranza dei casi ad un contratto post-doc (2-3 anni), dove il giovane scienziato lavora in un altro gruppo, sotto la direzione di un altro professore, ma sperabilmente in maniera piu’ indipendente, arricchendo il gruppo con nuove tecniche e idee, e pubblicando nuovi articoli. I contratti postdoc sono abbastanza facili da trovare, non richiedono una tesi finale, e possono essere piu’ di uno, magari proponendo un progetto originale e chiedendo finanziamenti personali per aggregarsi ad un gruppo in maniera indipendente.
A questo punto c’e’ il salto, e la differenza tra i due continenti: si cerca una posizione a tempo indeterminato, o almeno un contratto da 5 anni in su, dove poter lavorare su idee nuove senza piu’ la direzione di un capo. Non ci sono molti posti disponibili, e la competizione e’ spietata. In America si chiamano “tenure tracks”: si e’ professori in prova per 5 anni, l’universita’ investe sul neoassunto, gli da’ fondi per la sua linea di ricerca (che viene descritta quando si fa domanda) con cui costruisce un gruppo che sviluppa le sue idee, fa lezione agli studenti dei primi anni, e scrive domande di finanziamento per espandere il gruppo verso nuove direzioni. Dopo 5 anni, lo scienziato viene valutato sulla soddisfazione degli studenti riguardo alle sue lezioni, sulla qualita’ della ricerca, e su quanti fondi sia riuscito ad attrarre. Se questi parametri sono tutti soddisfacenti, si viene confermati a tempo indeterminato. Altrimenti, ti cacciano.
E’ un periodo pesante per persone che hanno tra i 30 e i 40 anni: si lavora tantissimo con l’angoscia di essere lasciati a piedi (succede in circa un terzo dei casi, mi sembra), si viaggia moltissimo per fare pubblicita’ ai propri risultati e si fa tutto il lavoro extra per mettere in piedi una struttura di successo praticamente da zero. Conosco molte persone in questa situazione, e la maggior parte rimanda la famiglia a tempi successivi (soprattutto le donne), sperando in un partner giovane o in un orologio biologico comprensivo.
In Europa, invece, esiste la figura del “ricercatore”, che assume vari nomi nei diversi paesi. In generale difficile da ottenere (quasi impossibile in Italia), si viene assunti a tempo indeterminato, oppure anche qui per 5 anni in prova, si viene pagati meno che in America, non vengono dati soldi per creare un gruppo, ma bisogna far domanda per fondi di ricerca per pagare gli stipendi di eventuali dottorandi o postdoc. In generale i criteri per essere confermati sono piu’ leggeri, e la vita e’ un po’ meno stressante. Talvolta viene richiesto di aderire ad un programma di ricerca pre-esistente, che limita il campo di azione del ricercatore molto piu’ che nel modello americano.
Cosa e’ meglio? Difficile da dire. Il sistema americano ti spreme come un limone, ma investe molto di piu’ sulla tua creativita’ e, in generale, produce scienza di livello piu’ alto erogando piu’ risorse ai meritevoli (e lasciando a piedi non solo i fannulloni, ma anche quelli che non vogliono correre). Quello europeo e’ un po’ piu’ attento alla qualita’ della vita dell’individuo, ma non offre le stesse opportunita’ e le stesse remunerazioni. Unicuique suum.
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