Friday, March 4, 2011

Linda


Al KITP hanno un organizzatissimo servizio per le esigenze di pernottamento delle frotte di gente che ricevono ogni giorno: c’e’ una persona il cui unico lavoro e’ quello di  dare un letto ad ogni partecipante. Per soggiorni superiori alle 3 settimane (quindi tutti quelli che non sono qui solo per fare una lezione sporadica), la soluzione piu’ comune e’ quella di affittare una stanza a casa di una persona “fidata” che ha spazio, in cambio di un contributo giornaliero compatibile con la diaria. E cosi’, per 32dollari al giorno, mi sono trovato a casa di Linda, che mi ha dato una stanza con lettone molto carina, e un bagno personale.




Linda e’ una maestra, insegna in una quinta elementare (qui funziona come da noi una volta, un’insegnante copre tutte le materie). Ha piu’ o meno 50 anni, non e’ sposata e vive in una casetta deliziosa decorata in stile Laura Ashley, piena di abat-jours, mobili in legno massiccio e riproduzioni di quadri impressionisti. Un pianoforte a mezza coda mi suggerisce che ne sappia di musica. Linda e’ molto gentile e discreta, ha la pazienza tipica delle maestre buone, e mi ripete dove posso mettere le spese o come funziona la lavatrice. Ha una conoscenza approssimativa dell’Europa e spesso si confonde con la mia complicata storia di italiano che ha studiato in Olanda ma vive in Scozia. In compenso, ha quella discrezione tipica dei maggiordomi che sanno far sentire a proprio agio, accolto, ma lasciando spazi, senza dilungarsi in chiacchierate infinite (all’italiana). Spesso cena come fanno tutti qui, piatto e bicchiere di vino davanti alla tv, ma sempre cose sane; qualche volta (quando riesco a tornare prima di cena) mi unisco e chiacchieriamo.
La casa e’ pulita e ben decorata, con tanto di trituratore dentro lo scarico del lavandino (fa un rumore da maiale scannato ogni volta che parte), lavatrice supertecnologica e asciugatrice. Apprendo che qui non si possono stendere i panni nel giardino, altrimenti i vicini si lamentano per mancanza di decoro (non siamo mica in un paese arretrato!), quindi non ci si puo’ sottrarre al lento ma costante assottigliamento delle magliette sottoposte ad asciugatura in aria bollente. Ma forse e’ per questo che le recinzioni che vedo intorno alle case non sono mai ringhiere, ma sempre muraglioni di mattoni o di legno, alti due metri e ben determinati a non lasciar vedere nulla all’interno: cosi’ possono stendere i loro panni senza nessuno che rompa?
L’altro venerdi’ Linda e’ tornata a casa alle 10 di sera (normalmente esce alle 7 di mattina); scopro che il venerdi’ e il sabato sera fa la “hostess”, cioe’ accoglie i clienti, in un ristorante, “per pagarsi l’assicurazione sanitaria”. Mi racconta che da giovane ha deciso di non pagare le tasse sulla mutua, e ora che invecchia i premi diventano sempre piu’ alti e non se li puo’ piu’ permettere con il solo stipendio da maestra. Quindi lavora due sere per settimana (mi dice che le piace e non le pesa, ma non so se e’ vero), e affitta camere agli studenti come me. Chiaramente, se avesse qualche problema serio, e quindi le servissero dei trattamenti oltre la pura emergenza, la sua assicurazione schizzerebbe alle stelle e non se la potrebbe permettere comunque. Se mai vi capitera’ di lamentarvi della mutua italiana, rileggetevi questa storia e pensate che qui, se non siete ricchi, l’insulina per il diabete, l’aspirina post-infarto, la riabilitazione dopo una frattura e le chemioterapie dovreste pagarvele voi. E se non avete i soldi, e’ fondamentalmente un problema vostro.

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