Monday, March 7, 2011

Santa Barbara


San Diego, Los Angeles, Santa Barbara, Santa Ynes, San Francisco, Santa Cruz, Sacramento, San Luis Obispo, Santa Rosa, ecc. ecc. Capito il motivo ricorrente? Tutti nomi di santi, in spagnolo. Mi sono spesso arrovellato su questo arcano, finche’, visitando il centro di Santa Barbara (che sta a 10 km da dove vivo, e a 15 dall’universita’), ho trovato la soluzione.
La California e’ stata colonizzata dai francescani che sono saliti dal Messico spagnolo (o forse gia’ indipendente, non ricordo) alla fine del diciottesimo secolo. I frati piazzavano delle missioni (esattamente come fanno adesso in america latina o in africa), le dedicavano ad un santo, e cercavano di evangelizzare gli indiani locali, con alterne fortune. Le missioni diventavano gli embrioni dei piccoli centri urbani, che a volte cresciuti a dismisura. La missione piu’ vecchia e’, chiaramente, la piu’ vicina al messico, San Diego. I frati si sono poi spinti fino a San Francisco (quasi 1000km piu’ a nord) in una quindicina d’anni. In una seconda ondata, circa un decennio dopo, il catalano fra Junipero Serra, poi beatificato da Papa Giovanni Paolo II, fonda una dozzina di missioni nuove, nei punti intermedi tra quelle piu’ vecchie. Infatti,  in tutte le citta’ californiane c’e’ una strada o un quartiere chiamato “mission”. Piccoli passi.
Intorno alla meta’ dell’ottocento (quindi ben piu’ tardi degli stati sulla costa est) la California passa ad far parte degli Stati Uniti d’America, di li’ a poco viene trovato l’oro e la popolazione aumenta notevolmente (adesso si parla di circa 40milioni). Il substrato latino rimane solo nella toponomastica, non solo delle citta’, ma anche delle vie, e nell’enorme popolazione messicana che abita in una delle parti piu’ ricche del mondo e costituisce un buon 50% degli abitanti.
Visito la missione di Santa Barbara, che e’ una delle piu’ carine. A differenza di molte altre, e’ ancora una parrocchia attiva, non e’ stata distrutta troppo negli ultimi secoli, e si compone di una chiesa senza pretese, un cimitero, e un chiostro dove si coltivano erbe alla maniera di San Francesco ed e’ allestito un piccolo museo. Fondata nel 1786,  e’ l’edificio piu’ vecchio (anche se pesantemente restaurato) della citta’, su una collinetta a un paio di km dal mare. Il cielo e’ terso ma la temperatura non supera i 13 gradi (come al solito). Tra la missione e il mare si estende il “centro” di Santa Barbara, che non ha nulla a che fare con quello che in Europa sarebbe un centro storico. Qui la “downtown” come viene chiamata, e’ una griglia di strade parallele tra cui ne spicca una principale, lunga diversi chilometri, dove si concentrano negozi, ristoranti, cinema e attrattive, per finire al lungomare e al porto. L’equivalente che mi viene in mente e’ via XX settembre a Bergamo, con in piu’ il mare ma senza citta’ alta. Nelle downtown, gli americani si svagano, fanno shopping e passano i sabati pomeriggio, consumando (per essere sinceri c’e’ anche uno sguarnito museo di arte e altre iniziative culturali che fanno tenerezza).
In compenso, la mancanza quasi totale di siti di interesse storico in California e’ controbilanciata da una natura splendida e rigogliosa, che fa delle camminate, biciclettate o sport da spiaggia il vero passatempo dei locali, che infatti sembrano molto sani e atletici. Mi chiedo pero’ come la gente viva nelle grandi praterie del midwest o nelle paludi del sud, dove il paesaggio consiste in centinaia di km di campi di mais o di cotone: si concentrano nei centri commerciali?

 

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